La natura protetta della Valle del Mis e di Pian Falcina

Pian Falcina si affaccia sul Lago del Mis e sull'omologa valle, geograficamente ubicata in comune di Sospirolo, uno dei quindici comuni costituenti il territorio del Parco nazionale Dolomiti Bellunesi. È un area in cui il Canal del Mis si allarga e diventa più ospitale. Vi chiederete senz'altro il perché di questo nome? E' una lunga storia...quella del "Canal del Mis", nome con cui gli abitanti del luogo chiamano questa valle stretta e impervia (appunto "canal" in dialetto locale), selvaggia e solitaria chiusa tra i Monti del Sole a est e la catena l’altopiano di Erera Brendol ad ovest. Ora è pressoché disabitata, però, fino a qualche decennio fa, vi abitava e lavorava un’ attiva comunità di valligiani.
Il torrente Mis, che nei millenni ha scavato il suo canale, è alimentato da innumerevoli acque superficiali e sotterranee che sgorgano sotto forma di fonti, cascate, cascatelle e torrenti.. E' uno di quei luoghi magici in cui ti aspetti di incontrare folletti, fate e gnomi. Non è un caso che vi dimori anche il "Mazarol" con la sua leggenda di personaggio legato alla natura ed ai suoi aspetti più magici e misteriosi.
Alla metà degli anni '50 la valle ha visto nascere la diga sul torrente Mis e il lago omonimo, creato per soddisfare il crescente fabbisogno di energia elettrica negli anni del boom economico post bellico. Prima dell'allagamento nel fondo valle per fare spazio al "lago", esistevano piccoli abitati e coltivazioni, i pendii circostanti erano attraversati da una fitta rete di ripidi sentieri che gli abitanti del posto usavano per raggiungere le malghe o i prati da falciare, ma soprattutto le carbonaie: spiazzi nel bosco in cui accumulava il legname per trasformarlo in carbone. In una di queste vallette laterali, scorre il torrente Falcina che dà nome all'omonima valle, sui cui pendii un tempo si svolgeva l'attività dell'uomo connessa all'allevamento. Qui, sugli ultimi prati di fondovalle risparmiati dal lago, circa un decennio fa, il Parco realizzava l'area turistico-ricreativa, in un sito già individuato e valorizzato dalla Pro loco Monti del Sole. E, sempre qui, per far conoscere e vivere questo incantevole angolo di Dolomiti Bellunesi divenuto parco nel 1991, venivano, un po’ alla volta predisposti un punto di ristoro, un’area camper, sei piccoli appartamenti collocati in 3 graziose casette di legno, punti fuoco per i barbecue ed altre cose che vedrete quando verrete a trovarci. In Pian Falcina solo una casa, quella collocata più in alto è sopravvissuta all’innalzamento delle acque: la “casa dei Speranza”; ora, perfettamente restaurato, quell’edificio è diventato il punto di accoglienza e di informazioni dei visitatori, ed è lì che avremo il piacere di accogliervi e di fornire la documentazione e le informazioni che vi faranno fruire al meglio la nostra valle incantata.
Dal 1991 in poi, data in cui il Parco nazionale Dolomiti bellunesi è stato fondato e definito nei suoi confini, la Valle del Mis, è diventata una delle vie d'accesso al parco più fruibili e frequentate, grazie alla tutela naturalistica applicata dall'Ente Parco ed e ai progetti di educazione ambientale promossi e condotti in collaborazione con diversi istituzioni pubbliche e private no-profit, impegnate nella valorizzazione dell'area protetta del Parco, come risorsa da gestire nell’ ambito del "turismo sostenibile".
Nel 2009 le Dolomiti sono inoltre state inserite nella lista dei beni mondiali da preservare per le generazioni future divenendo "Patrimonio dell'Umanità Unesco", inserite come bene naturale di tipo seriale e riconosciuto in nove sistemi dolomitici a se stanti ma tutti ugualmente integrati armonicamente con l’ habitat dell’uomo, del suo vivere e lavorare in montagna. La Valle del Mis e i monti selvaggi che la racchiudono, fanno parte del sistema 3 “Pale di San Martino, Sal Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine”, forse queste montagne risultano ai più sconosciute o vissute come sorelle “minori” delle più ben note “sorelle” dolomitiche poste più a nord, ma, riprendiamo queste parole dello scrittore bellunese Dino Buzzatti, per descrivere la Valle del Mis: "esistono da noi valli che non ho visto da nessun’altra parte, identiche ai paesaggi di certe vecchie stampe del Romanticismo…”
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